giovedì 10 aprile 2008

VOGLIA DI PURE'

Questo tempo più autunnale che primaverile mi ha fatto tornare voglia di rifare il purè...

“Con il passare degli anni il purè è diventato un semplice contorno. Al ristorante, soprattutto. Lì è come se il purè di patate fosse poscritto, vergognoso. Certo, avranno anche un loro fascino quelle piccole macchie di colore sul piatto ampio. Faraona con il suo tris di purè: sedano, topinambur, piselli. Carote, a volte. Tre cerchi di spuma tiepida e profumata. Ognuno mandato giù in due bocconi. E lì comincia la perversione. Si può davvero chiamare purè qualcosa che si manda giù in due bocconi? La parola stessa richiama un altro spazio, un’altra densità.
Allora una sera, a casa, vi mettete a fare un vero purè. Giornale spiegato sul tavolo della cucina, per questione di bucce. Un vecchio numero dell’Epique farà al caso vostro. Mentre mettete mano al tubero, tra due affondi di pelapatate, è interessante sapere che cosa pensava Zidane alla vigilia della partita contro il Monaco giocata sei mesi fa. Un pò come le immagini del secolo scorso in cui si parlava del Duemila. Avete tutto il tempo del mondo. Lavaggio intransigente delle patate sotto l’acqua fredda, e poi le mettete ad asciugare su un panno immacolato steso sul lavello. Operazione forse non del tutto necessaria, visto che tra un pò le immergerete nell’acqua della pentola, ma così sembra più perfetto.
La cottura è sempre più lunga di quanto ci si aspetti. Con una forchetta sondate la consistenza: nè troppo dura nè troppo molle, bisogna spegnere il fuoco al momento giusto. Scolate l’acqua, ma è dopo che bisogna dosare con sagacia il latte, il burro. E poi la voluttà del gesto con lo schiacciapatate. Niente di complicato, ma un impegno fisico e mentale costante, la radio borbotta notizie, ma non è che le ascoltiate davvero.
Potevate preparare anche qualche salsiccia o un pò di sanguinaccio. Ma no. E’ meglio riempirsi il piatto di purè, concentrarsi sull’obiettivo. E poi si sa. Non resisterete alla tentazione di spandere, di perfezionare il cerchio, di cominciare a disegnare con il dorso della forchetta quelle strie in diagonale e in quadrato: una galletta di purè, l’infanzia non è morta.”

- Purè vivente di Philippe Delerm da “Pagine e cioccolato” -

4 commenti:

  1. Post riciclato!! Io l'avevo già letto!! Sgamata... ;-P

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  2. ...mi hai beccato...in effetti l'hai letto qua: http://lafatazucchina.wordpress.com ma il blog ha avuto una vita troppo breve e mi spiaceva perdere questo post.. ;-P

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  3. Beh, mi hai fatto venire voglia di purè, mannaggia!!!! ;)

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  4. questa pagina p splendida... quando faccio il purè alla ciurma è sempre festa!!!

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